12 OTTOBRE 2019
INCONTRO A FIRENZE
ANGELI DI BETLEMME.
NOI CI SIAMO.
PROMOTORI DI VITA, VOLONTARI DI PACE.
VANGELO:
LC 21,1-4
In
quel tempo, mentre era nel tempio, Gesù, alzati gli occhi,
vide
alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro.
Vide anche una povera vedova che vi gettava due spiccioli
Vide anche una povera vedova che vi gettava due spiccioli
e
disse:
“In verità
vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti.
Tutti costoro, infatti, hanno deposto come offerta del loro superfluo,
Tutti costoro, infatti, hanno deposto come offerta del loro superfluo,
questa
invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere”.
Gesù non guarda la quantità ma
privilegia la qualità del gesto. Non è il valore economico che rende prezioso
il dono ma il valore morale, il cuore.
Non l’ostentazione del dare ma la
preziosità della vita legata a ciò che si dona.
Il ricco dona il “superfluo”
(dalla etimologia della parola: quel che “trabocca, che è in più, che non è necessario né indispensabile”) la donna
dona il “necessario”, tutto ciò che serve per la vita.
Una Povera vedova, due categorie
unite nella persona di questa donatrice anonima a noi, ma non a Gesù. Un
esempio per chi persegue la solidarietà: “Donerete ben poco se donerete i vostri beni. È quando fate
dono di voi stessi che donate veramente.” (Gibran).
La vedova non ha dato ciò che “gli
avanzava”, che “non gli era necessario” come spesso può capitare a noi oggi, ma
ciò che gli era indispensabile per vivere. La vera solidarietà la facciamo non
quando apriamo il borsellino e ci priviamo di qualche spicciolo, ma quando
mettiamo noi stessi al servizio dell’altro. Gesù vuole uomini e donne che
mettamo l’anima, lo spirito, il corpo in ciò che donano, perché alla fine della
vita porteremo con noi solo quello che avremo donato e l’amore con cui
l’abbiamo fatto.
Essere volontari oggi è la sfida
ad andare controcorrente non fermandoci alla utile, comoda, fredda e anonima
richiesta di fondi, che è necessaria ma che separata dalla vita di chi dona non
tocca il cuore di nessuno. Andare controcorrente significa continuare a
ricercare il genuino spirito del donatore che prima di donare le cose dona se
stesso con la ricerca di progetti di bene, la fatica di attuarli, l’impegno e
l’anima nel realizzarli per poi arrivare al dono frutto di un traguardo.
Questo vale anche per noi,
Volontari legati alla Terra Santa ed in particolare a Betlemme dove c’è il
Caritas Baby Hospital, simbolo di tutti i bambini del mondo bisognosi di
accoglienza e di cura.
Che la nostra solidarietà sia
ricerca e promozione di Vita e di Pace.
Preghiera
Signore
Gesù Cristo
Che sei
venuto sulla terra per portarci la vera vita e la pace.
Donaci un
cuore che sappia Amare con gioia!
In
particolare verso i bambini di Betlemme.
Ci sia
sempre chi li accolga nel loro bisogno e nell’ora della malattia.
Facci
Promotori di vita,
volontari
di speranza e di pace.
E sarà
sempre Natale nel cuore di questo mondo.
PRESENTAZIONE DEL PRESIDENTE
Grazie
per la vostra presenza così numerosa oggi.
Ho
l’incarico di presiedere questa associazione pro tempore fino alla prossima
assemblea dei soci in conseguenza alle dimissioni rassegnate dal presidente Luigi Vasanelli per motivi di
salute ed in questa veste presiedo questa riunione ma non sono altro che un
volontario proprio come tutti voi che siete qui oggi.
Prendo
qualche minuto per raccontare in breve la lunga storia che ci porta a incontrarci
qui oggi a Firenze.
E’ una
storia iniziata molti anni fa. Qualcuno di noi forse addirittura non era ancora
nato, molti di noi erano giovani di belle speranze… chi avrebbe mai pensato che
poi le strade delle nostre vite si sarebbe incrociate!
La
storia del movimento di solidarietà e di impegno che qui in Italia si muove
attorno al Caritas Baby Hospital è nata dal desiderio e dall’amore di un
carissimo amico, il prof. Boscaini di Verona. Roberto, questo il suo nome,
conobbe per caso il Caritas Baby Hospital, quando con alcuni Cavalieri del
Santo Sepolcro, dei quali faceva parte, durante un pellegrinaggio fece visita a
questo ospedale. Questo fatto avvenne negli anni settanta. Da lì, Roberto
iniziò a portare aiuto ai piccoli ammalati in quel di Betlemme.
Il
prof. Boscaini nella sua vita ha fatto la bellezza di 72 viaggi a Betlemme in
Terra Santa… durante uno di questi viaggi ha fatto conoscenza con Luigi
Vassanelli, altro grande viaggiatore: Luigi nel suo “piccolo” ha fatto ben 48
viaggi in Terra Santa! Oggi la salute gli impedisce di tornare in quei luoghi,
ma il suo desiderio ardente sarebbe quello di arrivare a 50!
L’incontro
tra Roberto e Luigi è avvenuto in un giorno molto particolare… ma anche qui
forse non è tutto frutto del caso! La data è stata il 1’ maggio 1984, cioè il Giorno
in cui è stato inaugurata la Chiesa dell’Ospedale, che oggi accoglie centinaia
di pellegrini ogni anno.
Da
lì è nata non solo una bellissima amicizia, ma anche una storia di intensa e
vivace collaborazione per supportare il Caritas Baby Hospital. Luigi e Roberto
hanno mosso mari e monti per anni e anni per portare aiuto ai piccoli ammalati
nella forma di scorte di medicinali, vestiti e scarpe spediti via mare coi
container, portando denaro dentro ai vestiti durante i viaggi aerei…
Un
po’ alla volta queste due persone sono state capaci di contagiare con questa
“malattia sana e bella” anche chi era attorno a loro. Parenti, colleghi, amici,
parrocchiani gli davano una mano per far crescere l’aiuto verso l’ospedale.
Parecchi
anni dopo, nel novembre 2006 alcuni amici veronesi, anche per via del maggior
tempo libero reso disponibile dalla pensione hanno pensato che fosse ora di
dare una forma più stabile e ufficiale a tanti anni di impegno e lavoro
condiviso: abbiamo chiesto allora a Don Maurizio Guarise, allora direttore della
Caritas Diocesana di Verona di darci una mano a costituire un’associazione. Don
Maurizio ne fece parola con Padre Flavio Roberto Carraro, stimatissimo Vescovo
della Diocesi di Verona, che accolse con enorme piacere questa iniziativa.
Aiuto Bambini Betlemme è nata in questo modo semplice e spontaneo!
Mons
.Carraro ha voluto che la sede legale dell’associazione fosse presso la Caritas
Veronese mentre la sede operativa si trova a Bussolengo (VR)
Barbara
e Giampiero sono in sede tutte le mattine per
gestire le donazioni ringraziare i donatori, rispondere alle numerose
mail e alle varie richieste che vengono da più parti quotidianamente. Riccardo,
che guiderà oggi anche questo ritrovo, ha il compito di coordinare tutta
l’attività dell’ufficio promuove e gestisce tutte le iniziative per far
conoscere il più possibile il CBH e di conseguenza raccogliere aiuti.
Un
altro passo molto importante che ci piace ricordare e su cui soffermarci tutti
è la prima riunione degli “Angeli”, cioè di quelle persone che da tempo davano
una mano per continuare l’opera di sostegno al Caritas Baby Hospital. La data
del primo ritrovo è stata il 2 ottobre 2009. Mons. Giuliano Ceschi, era
direttore della Caritas Diocesana di Verona, al tempo ebbe l’intuizione di
collegare la Festa dei Santi Angeli Custodi all’occasione di quel ritrovo tra
persone a volte estranee, ma tenute assieme da una volontà comune per il bene:
da lì la decisione di assegnare a questo gruppo di volontari il nome di “Angeli
di Betlemme”, custodi della vita dei bambini ammalati in Terra Santa.
Da
quell’anno questo gruppo si è riunito ogni anno in varie città, negli ultimi
anni ad Assisi. Quest’anno sarebbe il 10° incontro e per questo abbiamo pensato di allargare questo incontro a
quanti hanno nel cuore il piacere e la piena volontà di incontrare le tante
altre persone e realtà che in giro per l’Italia hanno fatto una scelta di
solidarietà e fraternità precisa, decidendo di rivolgere aiuto e amore ai piccoli
angeli ammalati che trovano riparo, cure e affetto al Caritas Baby Hospital di
Betlemme.
Ecco perché oggi ci troviamo qui.
Vi
ringrazio ancora una volta di essere qui: siamo una comunità con tante facce,
l’associazione Aiuto Bambini Betlemme è solo una di queste facce. L’impegno che
ci prendiamo davanti a voi e con tutti gli amici dei bambini ammalati in
Palestina e in Terra Santa è quello di farci strumento per poterci incontrare,
per condividere, per immaginare assieme, per fare il meglio che possiamo per
quelle piccole vite.
Grazie
ancora della vostra presenza, della vostra partecipazione, della vostra
fiducia!
Possiamo
dirlo tutti assieme, come un coro il nostro slogan “Noi Ci Siamo!”.
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