Terra Santa, là tutti siamo nati.
(appartenenza, comunione e servizio)
1 INTRUDUZIONE.
Per cominciare a
comprendere il significato del titolo che ho scelto, partirei dalla lettura del
Salmo 86.
Emergono frasi come: “tutti sono nati” e “là costui è nato” che ci fanno riflettere e ci interrogano. Il
Salmista non vede la città Santa di Gerusalemme così come era in quell’epoca,
con le sue mura e le sue torri ma quella di lassù, la Gerusalemme celeste, che
è libera ed è madre di tutti i popoli.
E’ l’anagrafe celeste, quella che descrive, ove gli eletti
sono conosciuti e i cui nomi sono scritti nel libro della Vita dell’Agnello.
2 PREMESSA.
L’Uomo, che la Genesi chiama il terrestre:
Adamo, vive la sua storia entro due coordinate fondamentali: tempo e spazio,
che ci determinano sin dal primo momento che veniamo al mondo. Anagrafe
terrestre: io sono, nato a, il ... Così siamo segnati e riconosciuti per tutta
la nostra vita ed al termine di essa verrà aggiunta la data della nostra morte che
segnerà la fine di questa nostra esistenza terrena.
C’è poi un’altra anagrafe quella celeste come ci ricorda il
salmista: quella della fede. Anch’essa come la prima ci segna profondamente, ci
imprime una sorta di nostalgia che ci accompagnerà per sempre fino al giorno in
cui arriveremo alla nostra pace eterna, luogo del nostro arrivo definitivo, in
attesa di quel giorno siamo come pellegrini con nel cuore un sentimento di
grande nostalgia. Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te (S.
Agostino).
Simbolo di questa
seconda Patria Celeste è la terra che noi conosciamo come le Terra di Abramo,
Isacco, Giacobbe è la terra di Mosè ma sopratutto è la Terra di Gesù di
Nazareth, di Maria Sua Madre, di Giuseppe e di tutti i suoi primi discepoli. La
Geografia Sacra si mescola con la Storia Sacra diventando un tutt’uno
indivisibile nel nostro cuore.
TERRA SANTA.
Perché
è Santa?
·
Solo
Dio è Santo ed è in relaziona a Dio che quella terra diventa e sarà chiamata:
Santa.
·
Dio
stesso chiamerà quella terra Santa, nell’episodio riportato nel libro
dell’Esodo quando rivela a Mosè la sua vocazione. Nella stessa occasione Dio
rivelerà a Mosè il Suo Nome (Es 3,5).
·
Santa
in quanto essa è il luogo della Rivelazione di Dio ad Abramo, della liberazione
per mezzo di Mosè dalla schiavitù, luogo promesso da Dio per il suo popolo
perché vi abitasse.
·
Soprattutto
il luogo dove Dio si fece Carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Giovanni),
ove soffrì per i nostri peccati, morì e risorse per la nostra salvezza.
La terra ove si sono svolti tutti gli
eventi della Rivelazione e della salvezza che ritroviamo nel Vecchio e nel
Nuovo Testamento, la Terra biblica.
Ricordiamoci anche solo di passaggio
che questa terra è riconosciuta Santa anche dalle altre due grandi religioni
monoteistiche, Ebraismo e Islam.
ALTRE DENOMINAZIONI.
Lungo i secoli fu chiamata terra di Canaan, degli Amorrei,
d’Israele, di Giuda in relazione ai popoli che la abitarono. Dal periodo romano
soprattutto con l’Imperatore Adriano (135 d. C.), prevalse il nome Palestina,
topònimo di terra dei Filistei (una volta indicava solo la fascia costiera).
Nel Nuovo Testamento non compare mai il termine Palestina menzionando sempre
Israele e terra d’Israele (Mt 2,20-21).
Anche per quanto riguarda le storia attuale io menziono
sempre tale luogo come Terra Santa non entrando nel merito della divisione tra
Israele e Palestina e della gravissima situazione che anche oggi l’affligge.
3 AMARE LA TERRA SANTA.
L’Amore alla Terra Santa, ci fa incontrare i popoli che vi
abitano, le loro storie, i loro problemi. L’Amore alla Terra Santa non è un
amore di tipo ecologistico, nel rispetto della natura e ambiente, come potrebbe
avvenire per quanto riguardano i nostri Parchi naturali, quanto un Amore
solidale verso i nostri Fratelli di Fede che vi abitano e verso tutti coloro
che soffrono per vari motivi. Tale sentimento si trasforma in Com-passione
verso coloro che soffrono povertà o ingiustizia là dove Gesù proclamò le
Beatitudine per tutto il genere umano, “Beati i Poveri, perché di essi è il
regno di Dio. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati
quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati.”
Di questa ansia è testimone S. Paolo che in varie sue lettere
esorta i cristiani arrivati alla fede dal paganesimo a farsi carico dei
problemi economici dei santi che sono a Gerusalemme, di cui siamo tutti debitori
per il fatto che la nostra fede arriva attraverso di loro.
Il problema della situazione di indigenza della Comunità di
Gerusalemme era un punto che stava molto a cuore a San Paolo: ne aveva preso
formale impegno in occasione del Concilio di Gerusalemme ed egli stesso
dichiara di essere stato sempre sollecito di adempirlo (Gal 2,10) “Ci pregarono
Pietro, Giacomo e Giovanni di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono sempre
preoccupato di fare”. Questo fatto risulta da vari ed espliciti richiami in
varie sue lettere indirizzate alle Cominità da lui fondate. Paolo oltre
all’aiuto materiale vuole significare il legame con la Chiesa-Madre di
Gerusalemme alla quale si sente legato.
Vorrei soffermarmi in un breve commento tratto dalla Seconda
lettera ai Corinzi (2 Cor 8,4). Tutto il
capitolo ottavo che nono sono dedicati al problema della colletta, leggiamo
dunque il versetto in questione: “Chiedendoci
con insistenza la grazia di prendere parte a questo servizio a favore dei
Santi”. Così viene tradotto il brano non mettendo in risalto tutta la
ricchezza che esso esprime. Compaiono tre vocaboli molto significati: il primo
grazia (Karis) che designa la colletta. Come ci ricorda San Tommaso: “ la vera
carità, anche quella materiale, è sempre frutto della grazia Celeste.”, Il
secondo termine che compare è: koinonia che esprime l’Amore perfetto, di cuori
e di beni come riportato anche nel libro degli Atti per rappresentare la prima
comunità di Gerusalemme: “un cuor solo ed in’anima sola”, Infine il terzo
termine è: diaconia, servizio che gli Apostoli assegnarono a uomini timorati di
Dio tra i quali Stefano che sarà il protomartire del cristianesimo.
Potremo liberamente tradurre la frase in questo modo: “chiedendoci con insistenza la grazia di un
amore perfetto verso i nostri fratelli nel servizio della carità.”
4 ALCUNE NOTE PERSONALI.
Una storia nata nella notte di Natale a Betlemme tanti
anni orsono…
Era
la notte di Natale del 1952, il Sacerdote svizzero Padre Ernst Schnydrig,
stava recandosi alla Messa nella Basilica della Natività. Nel breve
tragitto che lo portava alla chiesa, passando vicino ad un campo profughi,
incontrò un uomo palestinese intento a seppellire il proprio figlio morto
per mancanza di cure mediche di base.
Da
quell’incontro nacque il sogno di un ospedale aperto a tutti i bambini:
il Caritas
Baby Hospital.
Padre
Ernest, assieme al medico palestinese Antoine Dabdoub e alla cittadina
svizzera Hedwig Vetter cominciarono prendendo in affitto due stanze: la
loro promessa "Noi ci siamo" continua ad essere mantenuta.
Oggi, il Caritas Baby Hospital è diventato un’oasi di tranquillità e di
pace per i piccoli e per le loro famiglie che vivono in Cisgiordania.
In quest’area abitano circa 300mila bambini, privi di una reale possibilità
di assistenza sanitaria. Nella regione, il Caritas Baby Hospital
rappresenta una struttura insostituibile. La situazione di continua
crisi e conflitto nella Striscia di Gaza ha portato anche bambini di quel
piccolo lembo di terra ad essere curati nel Caritas Baby Hospital.
Ogni anno dal poliambulatorio del Caritas Baby
Hospital passano 40 mila bambini. Negli 82 letti dei reparti
vengono accolti più di 4mila piccoli degenti.
Recentemente è stata creata l’Unità di Terapia
Intensiva: l’ospedale è ben attrezzato anche per la gestione delle
emergenze e il trattamento di piccoli pazienti in condizioni critiche.
Nell’ottobre del 2014 è stata inaugurata la nuova
Play Room, la stanza in cui i bambini possono giocare e studiare e,
in questo modo, guarire più velocemente, dono dei benefattori Italiani.
Aiuto Bambini Betlemme agisce in Italia per i piccoli della Palestina
dal 2005. La nostra sede legale é Verona, ma i sostenitori e
attivisti sono diffusi in tutto il territorio nazionale. Il 2 Ottobre 2010
nasce il Gruppo “Gli Angeli di Betlemme” con lo scopo di aiutare l’Associazione
nella sua opera di aiuto e di conoscenza versi l’ospedale del Caritas Baby
Hospital di Betlemme, l’unico ospedale specializzato in pediatria della
Palestina che coinvolge e forma le madri nella cura dei bambini.
L’associazione partecipa, inoltre, alla realizzazione di progetti a favore
dei bambini malati e socialmente svantaggiati, delle madri e delle
loro famiglie in Terra Santa. L’impegno è quello di costruire ponti di
solidarietà e di comprensione reciproca tra palestinesi ed ebrei.
Siamo il nodo italiano di una rete più grande. Aiuto Bambini
Betlemme Italia è parte dell’associazione Kinderhilfe Bethlehem. È stata
fondato a Verona nel 2005 per volere del Vescovo Mons. Flavio Carraro ed ha la
propria sede operativa a Bussolengo (VR). Aiuto Bambini Betlemme si
propone come punto di riferimento in Italia per tutte le persone, i
gruppi e le realtà organizzate che hanno a cuore il futuro del
Caritas Baby Hospital e della Terra Santa. Gli altri nodi della rete
Kinderhilfe sono in Austria, Germania, Inghilterra oltre che in
Italia e Svizzera.
Questa meravigliosa storia d’Amore continua oggi nei medici, nel
personale paramedico, nelle Suore Francescane di Santa Elisabetta di Padova,
che da più di quaranta anni prestano il loro servizio al Caritas Baby Hospital
e nei tanti “Angeli” che vi dedicano tempo ed energie.
Ringrazio il
Signore di poterne far parte di questa storia da oltre quindici anni! PG
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